Valutazione dei percorsi formativi. La Fism Bologna mette in campo i suoi gioielli
Il vice presidente della Regione Elisabetta Gualmini, l'assessore comunale all'istruzione Marilena Pillati, il presidente nazionale della Fism Bianca Maria Gilardi, Teresa Mazzoni (Presidente Cooperativa Educare e Crescere), Antonio Gariboldi (Università di Modena e Reggio Emilia), Sandra Benedetti (Responsabile U.O area infanzia e genitorialità , Servizio politiche familiari, Regione Emilia Romagna), Stefano Versari (Direttore Ufficio Scolastico Regionale) e Marco Masi (Presidente CDO Opere Educative- FOE) sono stati i protagonisti del convegno sulla qualità delle scuole incentrato sul percorso di valutazione realizzato dalla FISM di Bologna che, come tutti i relatori hanno ricordato, rappresenta una pietra miliare in un settore ancora ampiamente sperimentale.
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La musica, per fortuna, sembra finita. Quella di uno Stato che sulla scuola dell'infanzia, come un feudatario, gestiva tutto. I rintocchi di un'altra musica, ancora tutta da scoprire, sono risuonati al convegno promosso dalla Fism sulla valutazione della qualità nei percorsi formativi. L'ouverture l'ha intonata Elisabetta Gualmini, vicepresidente ed assessore al Welfare della Regione Emilia-Romagna. "L'offerta formativa integrata" scandisce "ci permette di affrontare con adeguatezza e razionalità lo spirito dei tempi. Ho in mente un welfare mix nel solco della sussidiarietà e del pluralismo gestionale". Gualmini chiude con un significativo riferimento autobiografico: "Ho frequentato da piccola la scuola cattolica. Mai avuto nessun tipo di indottrinamento". La sfida della qualità , rilancia Marilena Pillati, assessore comunale all'istruzione "non deve venire meno anche in un tempo in cui è necessario fare i conti con la sostenibilità . Le procedure di autovalutazione richiamano l'idea di responsabilità e trasparenza. Ed è importante, come è avvenuto per la Fism, che il percorso di sperimentazione parta dal basso". Rappresenta "un orgoglio vedere che ci sono Fism che studiano, fanno ricerca e si mettono in gioco quotidianamente" sottolinea Bianca Maria Girardi, presidente nazionale della Federazione. Mentre il presidente provinciale Rossano Rossi invita a non piangersi addosso e lancia due parole d'ordine, libertà e responsabilità , per dare risposte sociali ed educative nel segno della qualità . Teresa Mazzoni si sofferma sui guadagni derivanti da un investimento sulla qualità : gioco di squadra e il desiderio di mostrare agli utenti la scuola com'è nella vita di tutti i giorni. Ma in tema di qualità , secondo Mazzoni, ci sono anche dei rischi. Come quelli di operare solo in funzione del valutatore o di diventare schiavi dei dati. Da parte sua Antonio Gariboldi richiama i benefici che la scuola dell'infanzia porta soprattutto ai bambini più svantaggiati. "Garantire la qualità diventa prioritario. Nelle scuole c'è diffidenza nei confronti della valutazione ma questa è fondamentale. Sì dunque a una progettualità più condivisa no alla competizione tra scuole.La strada è quella di promuovere i rapporti di rete". Sandra Benedetti, richiamando un parere del Cnel, sottolinea che in tema di qualità sono le relazioni che contano nella governance. E auspica "un'offerta educativa qualificata valutata dallo stesso personale e dalle famiglie". "Non esiste subalternità fra le scuole a gestione statale e quelle paritarie gestite da enti locali o da privati" afferma il direttore dell'Ufficio scolastico regionale Stefano Versari. Che poi snocciola dati sulla diffusione in Emilia Romagna delle scuole dell'infanzia paritarie frequentate dal 52% dei bimbi che vanno alla materna. Per quanto riguarda le risorse Versari ricorda che alle paritarie vanno 40 milioni di euro all''anno, 25 dei quali per l'infanzia (dati relativi al 2013-2014). Marco Masi lamenta il calo di risorse (- 4%) deciso dalla legge di stabilita' . Ma rimarca due dati positivi: la somma che restera' permanente e le risorse che saranno gestite dal ministero allo stesso modo per tutti. La vera emergenza è tuttavia rappresentata dal calo demografico (-11,7 nel periodo 2008-2013). Giudizio positivo sulla "buona scuola" anche se ignora le paritarie, come se parlando dell'Italia avesse totalmente dimenticato una regione come la Campania. Il compito, secondo Masi, è culturale: "dobbiamo rivendicare in maniera non ideologica la liberta' di scelta delle famiglie. Lavorando per la costruzione di un sistema fondato sullo scopo della scuola che è anche il centro di ogni organizzazione". Un compito in cui è fondamentale il ruolo del soggetto gestore.
Stefano Andrini
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